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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Chiaiano, in 300 varcano i cancelli della discarica. "Non ci fermeremo"

Cittadini di Marano, Mugnano e Chiaiano "occupano" l'ingresso della discarica. Gesto simbolico di disobbedienza civile a seguito del 'geyser' di percolato. "Chiediamo solo di sapere la verità"

È  tempo di guerra a Chiaiano, i cittadini non accennano ad interrompere la protesta finché non otterranno risposte chiare e la certezza che la chiusura della discarica avverrà al più presto. Lo scoppio di un pozzo di percolato che ha provocato un getto alto 15 metri, avvenuto lo scorso giovedì 28 luglio, è stato solo l’ultimo, in ordine cronologico, dei fatti agghiaccianti che inducono i residenti a manifestare contro la cava e soprattutto contro l’ipotesi di un ampliamento o dell’apertura di due nuovi siti che sarebbero stati indicati come possibili nuove discariche.

In trecento ieri sera, cittadini e comitati (Comitato Civico Cambiamo Mugnano, Rete Commons e Presidio Permanente contro la discarica di Chiaiano e Marano) si sono riuniti in assemblea presso il Presidio Permanente alla Rotonda Rosa dei Venti (Titanic) di Marano e Mugnano, per un aggiornamento sullo stato delle cose. I comitati hanno informato i residenti che un esposto è stato inoltrato alla Procura della Repubblica affinché arrivino risposte chiare dalla SEPNA e quindi dalla Provincia su quello che accade in discarica e sul perché sia possibile il verificarsi di eventi simili al “geyser” di percolato, visto che, riferiscono gli organizzatori, non è stato possibile ottenere alcun chiarimento dai diretti interessati.

Gli stessi sindaci Porcelli (presente ieri all’assemblea) e Cavallo (reclamato con forza dai maranesi, ma assente) di Mugnano e Marano hanno inviato due giorni fa una lettera indirizzata all’Amministratore delegato della Sapna per richiedere spiegazioni su quanto accaduto, ma ad oggi le domande restano ancora senza risposta: “Crediamo che quello che è successo giovedì scorso sia inaccettabile. Chiediamo di individuare immediatamente le cause che hanno procurato la fuoriuscita del percolato in modo che questo non accada più. Noi – scrivono ancora i due Sindaci – crediamo che, come Istituzioni locali, abbiamo il diritto ed il dovere di sapere l’attuale stato di sicurezza dell’impianto. Il nostro unico interesse è la salute dei cittadini e per questo lotteremo in ogni sede. Siamo anche consapevoli che la Campania stia vivendo un momento di grande emergenza ambientale, ma – concludono – siamo anche certi che questa emergenza non debba solo ricadere sui nostri territori, che nel momento del bisogno hanno già detto “sì”. Ci aspettiamo che dalla Sapna arrivino risposte certe e precise. Chiediamo solo di sapere, come nei nostri diritti. la verità”.

Assemblea antidiscarica, 1 agosto - Foto V. Graniero

L’assemblea ha poi deciso di spostare la mobilitazione cittadina presso il sito di conferimento, il corteo ha quindi avanzato fino ad addentrarsi nella selva di Chiaiano, l’ex polmone verde dell’area nord di Napoli, patrimonio regionale inestimabile oggi ridotto a discarica. Arrivati ai cancelli i manifestanti sono riusciti ad entrare nella cava, che ricordiamo essere per legge un sito militarizzato, e l’assemblea è proseguita all’ingresso della discarica con mascherine e sciarpe per difendersi dai miasmi. Nessuno scontro con i militari presenti, troppo pochi per fermare la folla. Un gesto simbolico di disobbedienza civile con il quale i cittadini hanno confermato la loro volontà di proseguire la lotta finché sarà necessario e di mettere su una grandissima mobilitazione per il mese di settembre affinché sia chiaro che non sarà permesso di martoriare ancora il territorio e mettere a rischio la salute dei residenti "Il territorio è nostro, le vite sono nostre ed ora ce le riprendiamo".

All’arrivo di un nuovo gruppo di forze dell’ordine i manifestanti sono infine rientrati al presidio per la chiusura dell’assemblea. Ma il tempo di pace sembra davvero lontano.

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