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Chiaiano, la mobilitazione antidiscarica segna un punto, ma non abbassa la guardia

Protocollo d'Intesa tra Comune e Provincia: nessuna nuova discarica a Chiaiano e Marano, né ampliamenti per quella in uso. Ma cittadini e Provincia discordano su quali interventi siano da considerarsi ampliamento. Il trucco c'è e si vede?

Non abbassano la guardia i cittadini di Chiaiano, Mugnano e Marano e la protesta antidiscarica non va in ferie. Ieri sera nuova assemblea, partita come riunione di aggiornamento lanciata dai comitati tramite il web e che invece ha visto la partecipazione di un folto numero di cittadini, oltre che dei sindaci Giovanni Porcelli e Mario Cavallo (presente per la prima volta ad un incontro), a conferma che la mobilitazione può contare ormai su una base decisa a non mollare la presa nemmeno per un attimo.

Il Consigliere dell’VIII municipalità, Ivo Poggiani, ha aperto l’assemblea dando la prima buona notizia: Il Comune di Napoli è riuscito a strappare alla Provincia un Protocollo d’Intesa in cui si specifica che nessuna nuova discarica verrà costruita nel territorio di Napoli, ma nemmeno in quelli immediatamente adiacenti (come nel caso di Marano). Questa è certamente una vittoria ottenuta grazie alle proteste, alle mobilitazioni e al lavoro coordinato che si è fatto in questi ultimi mesi con le amministrazioni locali: tutti uniti per tenere alta l’attenzione e costringere la Provincia a fare un passo indietro. E, come conferma il Sindaco di Mugnano Porcelli quando prende la parola, si tratta proprio di questo: di un passo indietro. Le due discariche erano infatti realmente previste nel nuovo piano provinciale, i timori dei residenti erano dunque totalmente fondati. Il Sindaco Porcelli ha appreso la notizia durante un colloquio avuto 2 giorni fa con il Sindaco de Magistris, al quale ha partecipato anche il sindaco di Marano Cavallo. “De Magistris ci ha però ufficialmente comunicato e garantito - spiegano Porcelli e Cavallo all’assemblea – che nessuna nuova discarica scempierà il nostro territorio, che ha già dato tanto”.

Il secondo punto cruciale di cui si è discusso è quello relativo all’ipotesi ampliamento della discarica attualmente in uso. Ed è proprio su questa questione che l’attenzione resta altissima. Nel Protocollo è sancito che nessun ampliamento verrà effettuato, ma (e c’è un ma) solo una volta raggiunte le settecentomila tonnellate stimate dall’AIA come capienza massima per questa cava. Su tempi, numeri e modalità Provincia e cittadini (con i comitati e istituzioni locali) non concordano affatto.

Partiamo dall’obiettivo quantitativo: i numeri in questi anni non sono mai stati chiari, le tonnellate stimate inizialmente dalla SAPNA erano 620mila, diventate poi 700mila nel 2010, aumento giustificato con un errore dei tecnici sui primi conteggi.

Analizziamo ora le modalità: l’AIA sostiene che sì, adesso è certo che la cava può contenere 700mila tonnellate, ma che è necessario costruire un argine per il contenimento. Una modifica quindi non prevista nel progetto iniziale e che a cittadini, comitati ed amministrazioni locali sembra a tutti gli effetti un ampliamento.

In ultimo e più importante di tutti, c’è il fattore tempo: il progetto iniziale, documento ufficiale della Provincia, stabilisce che la discarica potrà restare in funzione non oltre l’anno 2011 (quindi al 31 dicembre prossimo, al massimo, dovrebbe effettuarsi la chiusura). Eppure si vogliono portare al suo interno altre 150mila tonnellate (la cava ne contiene ad oggi 550mila), si vuole costruire un argine che di fatto è un ampliamento e si è già abbattuto un intero castagneto per aprire una nuova strada d’ingresso alla discarica. Tutto questo sembra non combaciare affatto con i ristrettissimi tempi che dovrebbero portare la discarica alla chiusura, ma anzi l’ipotesi è che resti in piedi solo l’obiettivo quantitativo e che la discarica resti aperta ancora qualche anno per consentire lo versamento delle rimanenti 150mila tonnellate di rifiuti.

Ecco perché l’attenzione resta alta e la mobilitazione non si esaurisce all’arrivo della prima buona notizia. L’obiettivo, ribadiscono i cittadini, resta la chiusura immediata di questa discarica che ci ha creato disagi inenarrabili, a partire dai miasmi insopportabili e che sta avvelenando un territorio che una volta aveva un grande polmone verde, ossigeno e patrimonio dell’intera regione. “Non permetteremo che l’obiettivo temporale non sia rispettato”.

Ma l’assemblea non si sofferma solo su questi aspetti, i comitati antidiscarica comunicano di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica per fare chiarezza sul ‘geyser’ di percolato verificatosi una decina di giorni fa. La Procura, spiegano i comitati, ha già acquisito atti, documenti e filmati e presto si esprimerà in merito, dando finalmente quelle risposte che tutti i residenti aspettano dal giorno in cui questo pozzo è esploso, ma che non sono mai arrivate da chi è responsabile di ciò che accade in discarica.

Tutto quello che si è ottenuto finora è merito dell’alto livello di attenzione che la mobilitazione cittadina in cooperazione con le amministrazioni locali ha mantenuto sul territorio e sulla discarica, continuiamo su questa strada finché non avremo ottenuto la vittoria definitiva: la chiusura della cava e la bonifica completa, per restituire ai cittadini il diritto alla salute, oltre che quello splendido parco che gli è stato sottratto” concludono sindaci e comitati. ‎

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