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Discarica Chiaiano, percolato finito nel sottosuolo: dieci avvisi di garanzia

I carabinieri del Noe a lavoro. L'ipotesi della procura: i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllavano lo sversamento dei rifiuti e i relativi appalti. Materiale di qualità scadente utilizzato per impermeabilizzare il suolo

I carabinieri del Noe a lavoro nella discarica di Chiaiano. Una serie di perquisizioni sono infatti  partite nell'ambito di un'inchiesta della Dda su presunte infiltrazioni camorristiche nella gestione dell'impianto e presunte irregolarità nell'assegnazione degli appalti.

Dieci gli avvisi di garanzia. L'accusa: i clan avrebbero condizionato la gestione degli appalti, in particolare quello per la fornitura di argilla. Tra gli indagati risultano anche i dirigenti della società che gestisce l'impianto.

A essere colpita è appunto la società Ibi che gestisce il sito oltre ad altri impianti in Campania. L'ipotesi della procura è che i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllassero lo sversamento dei rifiuti e i relativi appalti. Agli atti dell'inchiesta ci sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui l'ex imprenditore del settore dei rifiuti Gaetano Vassallo.

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Noe, quando si decise di allestire una discarica nella cava prima adibita a poligono di tiro venne usato materiale di qualità scadente per impermeabilizzare il suolo: in particolare si fece uso di argilla estratta abusivamente nel Salernitano. Il suolo è così rimasto permeabile e il percolato è finito nel sottosuolo.

All'esterno della discarica, intanto, si sono radunati i rappresentanti dei comitati che da sempre si oppongono alla presenza del sito. Con loro anche il sindaco del vicino comune di Marano, Salvatore Perrotta.

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